Ho vissuto tante vite

Negli ultimi dieci anni mi sembra di aver vissuto tante vite diverse tra loro. Il caso si è intrecciato con il mio volere formando caleidoscopi inaspettati. Sono stata tante persone diverse, sebbene accomunate da una stessa sostanza, dallo stesso desiderio: trovare la felicità.

Cosa mi è rimasto di queste vite? Sensazioni, insegnamenti, sapori, ricordi impressi come fotografie. La comprensione di ciò che volevo e non voglio più. Gli apprendimenti per tentativi ed errori. La sensazione che tutto è stato necessario. Le cicatrici. E le emozioni che non invecchiano mai.

Gli anni nella casa in affitto, la ricerca dell’indipendenza attraverso una convivenza difficile. La sveglia che suona troppo presto per fare troppe ore di lavoro, pagate troppo poco. I bambini di ogni età, i capelli fiammeggianti e la disperazione del provarci e mai riuscirci.

L’anno di amore cieco, fortuito e totale. L’Islam, la dolcezza, le fragilità accolte e condivise, i viaggi a Berlino, l’hummus e le lacrime, la giostra dei litigi e un matrimonio tanto desiderato. Un film romantico che vorrei rivedere ma mai più vivere.

Gli anni di fuoco, il viaggio nel caos, tra sbalzi, dipendenze, esperimenti, amori complementari ai quali mi aggrappavo con tutta la forza che avevo. Follia e guarigione, terapie ed ispirazione, esplorando abissi emotivi, terreni e marini. Affamata di luce ma dipendente dalla notte.

In Tailandia, la sensazione di essere libera, forte e indipendente per la prima volta, gli squali, la gioia pura e non condivisa, la simbiosi con il mare, il sogno di una vita diversa, il panico che mi fa capire che posso affrontare tutto da sola, che ce la faccio, che forse non ho bisogno di nessuno.

In Indonesia, due mesi che profumano di vita esotica e nuova, un amore naturale e semplice, la giungla che mi accoglie, i pesci tra i coralli, il tempeh fritto, il vagare lenta e calma, le priorità che cambiano, la sostenibile leggerezza dell’essere e la pace di Sabilulungan.

Il risveglio, la luce che mi abbaglia, la spiritualità e la meditazione, gli amori liberi e leggeri, il calore e l’apertura, la concentrazione su di me e sullo studio, la musica come unica sposa. Un sentiero nuovo e sconosciuto. Tutto scorre e io scorro con tutto.

Il Brasile e la mia apertura estrema, l’energia che non fa dormire, il mare immenso, gli spari e le favelas, la natura che tutto può, il carnevale che tutto risveglia, i fagioli neri con la cipolla e gli amori che lasciano tanta saudade.

L’isolamento e la pandemia, la mia massima chiusura, le domande che non fanno dormire, il sentirmi persa o forse ritrovata, il tempo che scorre diverso, la mia musica che fuoriesce come un torrente e l’amore inaspettato e sereno che compare.

Adesso sono qui, in un punto che non so ancora definire. Indecisa, altalenante, tra dubbi, sogni, progetti ed emozioni. Cerco l’equilibrio tra la luce e il buio, senza cadere negli estremi. Concentrata sul presente, nell’attesa di ciò che verrà, qualunque cosa sia. È questo il bello. Chissà cosa mi aspetta. Chissà quante e quali altre vite vivrò.

Inshallah.

6 pensieri su “Ho vissuto tante vite

  1. Ti immagini quante persone e quanti spin-off e storie parallele si sono intrecciate con questi racconti? Io vedo come una ragnatela gigante con mille fili che si intrecciano, si sostengono, si influenzano, si condizionano, si attraversano. E ognuno è una persona, una storia come questa, ma diversissima e dipinta con colori e tecniche diverse. Se pensiamo che una stessa esperienza condivisa da due o più persone può essere vissuta in modi diversi perché filtrata da persone diverse, pensiamo a tutto quello che è potuto succedere prima e dopo l’intreccio. Diventerebbe una saga infinita con mille personaggi e avventure, Na roba tipo Marvel! Ed è impossibile sapere quali dettagli o eventi possono essere stati determinanti per un personaggio e insignificanti per un altro. Che trip… 🤯

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